#MAFIA – I verbali del pentito: i Mazzei, gli amici e tutti i NOMI

CATANIA – “Io facevo il bracciante agricolo e non facevo parte di alcun gruppo criminale di Adrano. Io nel 2017 ho iniziato la relazione con la mia attuale convivente che è poi rimasta incinta. Avendo bisogno di denaro…”. Sono le prime parole che Graziano Pellegriti, elemento di spicco dei Mazzei nella provincia di Catania, che ha deciso di pentirsi. I primi verbali emergono con l’operazione Terza famiglia, ma l’ultimo blitz dei carabinieri ha consentito di conoscere nuovi particolari sull’articolazione delle principali famiglie dell’area etnea.

“Così ho conosciuto la mafia”, i primi nomi

La sua compagna è incinta, il lavoro da bracciante non basta e così Pellegriti si rivolge ad alcuni conoscenti: “Turi Giarrizzo del clan Scalisi, Salvatore Foti del clan dei Taccuni, andai da loro a chiedere in prestito mille euro per affittare una casa ma loro non me li diedero e allora mi sono rivolto a Cristian Lo Cicero”.

CONTINUA A LEGGERE SU LIVESICILIA

SEGUI IL BLOG PER LE NEWS SULLA MAFIA E LE INCHIESTE

“I Santapaola e gli affari di mio cognato”: il pentito incastra la ‘famiglia’

CATANIA – “Riconosco nella foto numero 1 il mio ex cognato Giuseppe Amoroso detto ‘Pippo l’avvocato’, che era il reggente del clan Toscano – Mazzaglia – Tomasello”. Dal controllo dei trasporti alle estorsioni, dal traffico di droga agli omicidi. Il pentito Giovanni La Rosa svela i retroscena della mafia catanese e incastra la sua ‘famiglia’: c’era un “patto” tra i clan locali e i Santapaola e il cognato aveva un ruolo di peso. Si tratta di un accordo pianificato per la gestione dei principali affari, da Acireale a Biancavilla, con la famiglia mafiosa catanese: l’unica in grado di stabilire le regole e garantire che fossero rispettate. Costi quel che costi. CONTINUA A LEGGERE SU LIVESICILIA

Un nome di peso

Giovanni La Rosa, cognato del boss Pippo Amoroso, detto Pippo l’avvocato, è uno dei pentiti chiave delle inchieste sulla mafia etnea. Era autista di Alfredo Maglia, ammazzato nel 2013. Nel 2016 scattano le manette per Amoroso, finisce nel carcere di Bicocca proprio con La Rosa: “Lo incontrai e lui mi raccontò molte cose riguardanti il clan di Biancavilla e quello che era accaduto sino ad allora”.

CONTINUA A LEGGERE SU LIVESICILIA

LEGGI ANCHE Mafia e inchieste: tutti gli articoli di Antonio Condorelli

+++Mafia, i verbali del boss pentito: i trasporti sono Cosa nostra

CATANIA – Mafia, dal controllo del trasporto di arance verso il Nord alla movimentazione dei singoli bancali di merce. Il boss pentito Salvatore Giarrizzo svela i segreti di una delle attività più redditizie per il clan Toscano – Tomasello – Mazzaglia: la gestione degli autotreni in partenza dal Catanese con la MN Logistic. Un affare milionario, come hanno documentato i carabinieri, all’interno dell’operazione ‘Ultimo atto’. CONTINUA A LEGGERE SU LIVESICILIA

LEGGI ANCHE Mafia e inchieste: tutti gli articoli di Antonio Condorelli

I pentiti e la vendetta dei Santapaola: “Volevano ammazzare il boss”

CATANIA – “Ca’ è u cani”. Poche parole sussurrate, una vendetta di mafia. Ecco la frase in codice per ammazzare il boss Giuseppe Mancari detto ‘U pipi’. Un esponente di peso, reggente dei Tomasello – Mazzaglia, affiliati ai Santapaola, anche durante le faide che hanno insanguinato la provincia di Catania. Un paio di pallottole erano per lui: il pentito Vincenzo Pellegriti ha svelato (TUTTI I NOMI) i particolari agli inquirenti coordinati dal Pm Francesco Puleio. RESTA AGGIORNATO – Segui LA PAGINA

CONTINUA A LEGGERE L’ARTICOLO SU LIVESICILIA

LEGGI ANCHE Mafia e inchieste: tutti gli articoli di Antonio Condorelli

Catania, anche avvocati e imprenditori tra i nuovi poveri (LiveSicilia.it)

CATANIA – “Spesso non hanno il coraggio di venire alla Caritas, per chiedere aiuto. Ma rischiano di perdere la casa e non solo. Capita che tra i nuovi poveri a Catania ci siano anche avvocati, architetti, artigiani e commercianti. C’è anche una povertà delle famiglie, ma soprattutto del ceto medio”. Sono le parole di Salvo Pappalardo, vicedirettore e responsabile amministrativo della Caritas. La sua agenda è densa di appuntamenti, gestisce il microcredito per le famiglie e sta affiancando professionisti e artigiani in questa fase molto complicata.

RESTA AGGIORNATO – Segui LA PAGINA

“I nuovi poveri sono fantasmi”

È aumentata la povertà invisibile – spiega Pappalardo – quella delle famiglie, persone che hanno perso il lavoro perché le loro piccole attività commerciali e artigianali hanno risentito della forte imposizione fiscale e si sono ritrovate sovraindebitate. In Caritas non viene solo il fratello o sorella senza dimora, che hanno bisogno del disbrigo delle pratiche, ci sono anche i professionisti, avvocati e architetti, per esempio”. CONTINUA A LEGGERE SU LIVESICILIA

LEGGI ANCHE Mafia e inchieste: tutti gli articoli di Antonio Condorelli

Il pentito incastra i Santapaola: “Ecco l’album, tutti i NOMI” (LiveSicilia.it)

CATANIA – Un album di fotografie. Nomi di spessore della criminalità organizzata, esattori del pizzo, trafficanti di droga e semplici “amici” del clan Tomasello – Toscano – Mazzaglia. Il pentito Vincenzo Pellegriti fa tremare il clan descrivendo, agli inquirenti coordinati dal pm Francesco Puleio, ruoli e strategie della famiglia mafiosa affiliata agli Ercolano – Santapola. Le sue dichiarazioni sono al centro dell’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione ‘Ultimo atto’ dei carabinieri.

I primi nomi di spessore

I carabinieri di Paternò selezionano 23 fotografie. Già sui primi nominativi, Pellegriti svela numerosi particolari. “Riconosco nella foto n. 1 Dino Galvagno detto ‘Cuasetta, che solo dopo l’arresto di Longhitano ha assunto un ruolo di rilievo nel clan mafioso e in particolare lo stesso come ho detto gestiva tutte le estorsioni per poi dare gli stipendi ai detenuti ed io stesso nel 2018 e sino al 2019 ho ritirato su suo mandato estorsioni dando a lui i proventi”.

Il collaboratore sostiene che “le persone più vicine al Galvagno erano Licciardello Piero e Manuel detto ‘Ciuccetto‘, e Galvagno era molto legato al Mancari dal quale si recava spesso, anche se non so dire con esattezza quale fosse il rapporto tra i due perché io avevo rapporti per le estorsioni con il Galvagno. Per quanto riguarda lo spaccio di stupefacenti che io sappia lui non se ne occupava ed io per spacciare chiesi al tempo l’autorizzazione al Mancari”…

CONTINUA A LEGGERE SU LIVESICILIA

LEGGI ANCHE Mafia e inchieste: tutti gli articoli di Antonio Condorelli

I verbali del killer: “Così ammazza la mafia”

CATANIA – Mafia, Giovanni La Rosa è un omicida che si autoaccusa e nel 2019 decide di collaborare con la giustizia. I suoi verbali sono al centro dell’operazione ‘Ultimo atto’, eseguita dai carabinieri. Un colpo al cuore del clan Toscano-Mazzaglia-Tomasello, braccio operativo degli Ercolano – Santapaola nel catanese. Ecco cosa ha detto agli inquirenti. CONTINUA A LEGGERE SU LIVESICILIA.IT

LEGGI ANCHE – Tutti gli articoli di Antonio Condorelli

#MAFIA – Fucilate a pallettoni e attentati: il pizzo a Biancavilla, dove nessuno denuncia

BIANCAVILLA (CATANIA) – Fucilate a pallettoni in grado di perforare saracinesche e sbriciolare qualsiasi vetrina. Bottiglie incendiarie piazzate nelle attività che non pagavano. Officine, librerie, rinomate attività di ristorazione, centri per il commercio di prodotti per l’edilizia e perfino i giostrai. Tutti sotto estorsione, ma nessun imprenditore che abbia mai denunciato il pizzo. Nessuna lamentela contro gli affiliati agli Ercolano – Santapaola, sanguinari, quelli del clan Toscano – Tomasello – Mazzaglia. Il pentito Vincenzo Pellegriti ha svelato agli investigatori, coordinati dal Pm Francesco Puleio, il libro mastro delle estorsioni. Con nomi e cognomi.

CONTINUA A LEGGERE SU LIVESICILIA.IT

LEGGI ANCHE – Tutti gli articoli di Antonio Condorelli

#MAFIA – La sentenza per il clan Carbonaro – Dominante: tutti i NOMI

CATANIA – La Corte d’Appello di Catania ha emesso la sentenza del processo ‘Survivor’ che colpisce il cuore clan Carbonaro – Dominante. Nel dispositivo si leggono nomi di peso, a partire da quello di Filippo Ventura, detto ‘U Marmuraru”.

Un clan spietato

Omicidio, estorsione, rapine, spaccio di droga e associazione mafiosa: nel 2017 scattò il blitz. Il curriculum criminale del boss Filippo Ventura detto ‘U Marmararu è molto lungo, fu segnalato come socialmente pericoloso già nel 1974.

CONTINUA A LEGGERE SU LIVESICILIA

Catania, la mafia dei ragazzini: pistole nella Fendi e classi vuote

CATANIA – Una mafia che è cambiata già da tempo, con nuove leve che gestiscono, in modo capillare, il traffico di droga nei principali quartieri. E un dato significativo, “l’altissimo tasso di devianza minorile, correlato agli allarmanti livelli di dispersione scolastica, intorno al 25%”. La nuova relazione della Direzione investigativa antimafia mette al centro della mappa delle famiglie criminali il nuovo esercito dei clan: i ragazzi che hanno abbandonato la scuola dell’obbligo. CONTINUA A LEGGERE SU LIVESICILIA.IT

Tutti i miei articoli su LiveSicilia.it