La condanna dei vertici dei Beni Culturali della Regione arriva come un macigno a pochi mesi dalle chiacchieratissime nomine che hanno svuotato la soprintendenza di Catania, con l’azzeramento del gruppo che aveva creato il Piano paesaggistico, strumento in grado di frenare la cementificazione alle falde dell’Etna, e il conseguente spostamento di noti geologi addirittura nella biblioteca regionale di Ragusa.