RIEPILOGO VICENDA INCHIESTA ORRORI NEL CIMITERO DI MISTERBIANCO: BARE E SALME INCENERITE.
18 SETTEMBRE. Pubblicazione prima inchiesta su Quotidiano di Sicilia.
Nel pomeriggio alle ore 18.00 vengono girati tre video con un cellulare che dimostrano come due individui ripuliscano il luogo degli orrori da ossa, carcasse di copertoni, e dalle 4 bare accatastate. Durante la sera iniziano le minacce telefoniche, tutte registrate e denunciate alle autorità competenti.
22 SETTEMBRE Due dei tre video girati vengono pubblicati su www.lazonafranca.it
ADNKRONOS dirama una agenzia poi ripresa a livello nazionale.
http://tv.repubblica.it/home_page.php?playmode=player&cont_id=12807&showtab=Copertina
24 SETTEMBRE. La città di Misterbianco è ricoperta di manifesti che chiedono chiarezza sulla vicenda degli orrori all’interno del cimitero comunale. DS E MARGHERITA chiedono le dimissioni dell’assessore competente.
30 SETTEMBRE. La amministrazione comunale scende in piazza in un pubblico comizio. Il vicesindaco Franco Galasso afferma: “«Quello che si è fatto con quelle foto del cimitero è quello che si è sempre fatto al cimitero di Misterbianco come anche in altri cimiteri della Sicilia e dell’hinterland. E’ una cosa che si pratica da trenta anni…quando si fanno le estumulazioni…ci siamo mai chiesti tutti quei pezzi di legno delle bare dove andavano a finire? Quei pezzi di legno nel cimitero di Misterbianco venivano bruciati». Il sindaco di Misterbianco Ninella Caruso fa 50 minuti di comizio insultando pubblicamente
6 OTTOBRE Viene pubblicata sul Quotidiano di Sicilia la seconda inchiesta sul caso degli orrori nel cimitero di Misterbianco. Vengono riportate le versioni fornite dall’assessore competente durante il comizio pubblico del 30 settembre, e la versione del primo cittadino. Vengono pubblicate anche foto inedite.
31 OTTOBRE. Viene pubblicata la terza inchiesta sul caso del cimitero di Misterbianco. Il regolamento vigente di polizia mortuaria non è stato aggiornato con il decreto Ronchi, ma soprattutto con il Dpr 254/2003 che disciplina la destinazione dei materiali provenienti da esumazioni ed estumulazioni. Il caso delle ossa incenerite si trasforma in un caso di mala amministrazione in quanto il consiglio comunale non ha adeguato il regolamento vigente alle normative nazionali, tanto che tra i compiti del custode si legge: ““Il custode …può bruciare nell’interno del cimitero stesso i resti dei feretri e degli indumenti”. Le centinaia di fotografie scattate dimostrano che in mezzo alle ceneri di vestiti, casse di zinco e crocifissi c’erano anche e soprattutto ossa di diverse dimensioni disposte in maniera cadaverica.
IMPORTANTE. Ad oggi la amministrazione comunale contraddicendosi ha cercato di negare ogni cosa.