Cracolici e Lumia frenano:
”Aspettiamo che il gup decida”
Le prime reazioni arrivano da casa Pd. Ad aprire le danze è il candidato del Partito democratico alla guida del Comune di Palermo, Fabrizio Ferrandelli, secondo il quale “la Sicilia non può permettersi di avere un altro presidente della Regione rinviato a giudizio per mafia”. Ma subito dopo arriva la reazione più pesante, quella del capogruppo democratico all’Ars Antonello Cracolici, che parla di “una nuova puntata della telenovela”.
Cracolici frena, ma avvisa il presidente. “Adesso – spiega il capogruppo del Pd – toccherà ad un altro giudice pronunciarsi sull’eventuale rinvio a giudizio”. Insomma: il governatore non è ancora sotto processo. Ma le conseguenze di un rinvio a giudizio sarebbero una crisi immediata. “Per quel che mi riguarda – prosegue Cracolici – il Pd sarà coerente con quello che abbiamo sempre detto: di fronte ad un rinvio a giudizio per fatti di mafia, interromperemo il sostegno al governo. Ma, ripeto, ci toccherà vedere ancora altre puntate prima che la telenovela finisca”.
A strettissimo giro di posta arriva anche la posizione di Beppe Lumia. “Se dovesse esserci un rinvio a giudizio – dice l’ex presidente dell’Antimafia – chiederemo a Lombardo di dimettersi. Non saremo secondi a nessuno per serietà e coerenza”. Ma Lumia, prima di trarre questa conclusione, non manca di lanciare una stoccata al gip (“La procura chiede l’archiviazione e il gip non è d’accordo”, è la premessa di Lumia) e di elencare gli ex magistrati e gli esponenti del mondo antimafia presenti in giunta: “Noi – spiega l’esponente del Pd – abbiamo scommesso sul cambiamento e le riforme insieme a Massimo Russo, Caterina Chinnici, Marco Venturi, Giosuè Marino… ma abbiamo anche una regola chiara e un riferimento etico rigorosissimo, che abbiamo sempre ribadito in tutta questa lunga vicenda giudiziaria”.
Simile la posizione del candidato democrat a Palermo. “Se dovessimo arrivare al rinvio a giudizio – dice Ferrandelli – si porrebbe una grandissima questione etica e morale da affrontare urgentemente con lo scioglimento dell’Assemblea. Massimo rispetto per il lavoro che stanno svolgendo i magistrati e mi auguro per il bene della Sicilia e dei siciliani che venga fatta chiarezza al più presto”. A microfoni spenti, però, l’Ansa pochi istanti dopo la notizia dell’imputazione coatta ha raccolto una reazione molto più dura da parte di un autorevole esponente del Pd: “E’ una bomba”, è la dichiarazione registrata dall’agenzia di stampa.
Sel, invece, si spinge a chiedere le dimissioni del governatore. “La Sicilia – scrive in una nota il segretario regionale Erasmo Palazzotto – non può avere un presidente sotto processo per concorso esterno in associazione mafioso. Raffaele Lombardo si deve dimettere, solo questo gesto potrebbe ridare dignità alla politica nella nostra regione”. Per Sel, il Pd deve “chiudere definitivamente questa pagina oscura della storia siciliana. Non è possibile dirsi forza del cambiamento e allo stesso tempo sostenere col proprio voto un governo su cui grava l’ombra del compromesso con la mafia”.