ACIREALE, abusi di Sua Eccellenza LA PUNTA DI UN ICEBERG

Con il suo coraggio, Teodoro Pulvirenti ha fatto affermare la verità che in molti ad Acireale già conoscevano e coprivano.

Sino a questo momento, della registrazione effettuata da Teodoro, da oltre un mese acquisita dalla Polizia Postale integralmente, sono state pubblicate soltanto piccole parti, restano (al momento inediti) moltissimi passaggi atroci…ma soprattutto le esternazioni del noto porporato sulla Chiesa, sulla parrocchia S.Paolo, sul Crocifisso e sul Papa…

Chi ha coperto e chi copre oggi il potente porporato?

continuate a inviare testimonianze, segnalazioni e registrazioni a:

antcondorelli@gmail.com

presidenza@caramellabuona.org

claudioreale@s-magazine.info

Acireale – Vescovado – 24/03/2012

DICHIARAZIONE DEL VESCOVO MONS. ANTONINO RASPANTI

Un profondo dolore ha stretto ancor di più i cuori di tutti per quanto il dottor Teodoro Pulvirenti ci ha comunicato con sofferenza. A lui e alla famiglia, dopo averlo fatto verbalmente, esprimo ancora la mia vicinanza e assicuro la mia preghiera insieme a quella della Diocesi.
La ragione umana condanna decisamente i fatti narrati e chiede luce e giustizia. Agli organi giudiziari del nostro Paese spetta di compiere il loro percorso, e verso il loro operato esprimo di nuovo piena fiducia.
Sulle autorità ecclesiastiche incombe, entro il proprio ordinamento giuridico, il dovere di accertare la verità e di ristabilire la giustizia nell’applicazione delle leggi canoniche. Per quel che mi compete, quale vescovo della Diocesi acese, riaffermo la volontà di operare tutto il necessario nella piena osservanza delle leggi della Chiesa, mantenendo l’imparzialità, corredata da riserbo e determinazione, richiesti nel mio ruolo per rispetto sia del bene delle persone interessate sia di tutti i fedeli.
Nell’approssimarsi dei giorni più intensi della fede cristiana, invito i fedeli, come voglio fare anch’io, al raccoglimento e alla preghiera per tutti coloro che sono toccati da questa immane sofferenza.

+ Antonino Raspanti

5 commenti su “ACIREALE, abusi di Sua Eccellenza LA PUNTA DI UN ICEBERG”

  1. Preg.mo dott. Condorelli,

    il suo post sembra promettere ulteriori rivelazioni su don Carlo Chiarenza alla ricerca di coperture su di lui per il fatto che in una conversazione privata con Teo Pulvirenti, dai risvolti tragici per i ben noti fatti di questi giorni, avrebbe parlato del Papa, della parrocchia San Paolo, del Crocifisso e di altri scottanti argomenti. La mia domanda, allora, è: lei vuole arrivare alla verità sugli abusi sessuali o vuole arrivare a tutti i costi a dimostrare che l’amicizia di don Carlo col cardinale Romeo, peraltro nota e niente affatto tenuta segreta (alla quale si è alluso nella conferenza stampa di Teo), nasconde chissà cosa? Poi, lei sul serio pensa che, in privato, i sacerdoti non possano esprimere le proprie opinioni, anche teologicamente errate o ‘estreme’, magari censurabili? E, deontologicamente, questo dire e non dire, ammiccando, le sembra corretto? Non le pare di usare un tono vagamente delatorio (il Papa, il Crocifisso, ecc.), che assomiglia tanto, mi spiace dirglielo, ai più tristi metodi mafiosi, che tra l’altro lei tanto coraggiosamente combatte? Ha consegnato la registrazione integrale alle autorità? Bene, ha fatto già il suo dovere e un grande servizio alla verità. Ma la sua è una battaglia contro la pedofilia o contro la Chiesa tutta? Non pensa che questo sparare nel mucchio alla fine possa risultare controproducente per la stessa delicata vicenda degli abusi sessuali ad Acireale, dalla quale si svia pericolosamente? Molti sapevano, dice Teo e ripete lei. Io, per amore di verità, non ho mai sentito dicerie di questo tipo su don Carlo, pur vivendo nello stesso gruppo con Teo e don Carlo. Naturalmente, è possibile che alcuni abbiano saputo degli abusi; ma anche costoro andranno denunciati alle autorità civili ed ecclesiastiche. Ma non cerchi, la prego, di squazzare ulteriormente nel torbido. C’è già moltissima gente che soffre veramente a causa di questa vicenda. Lasci da parte la tentazione dello scoop a tutti i costi.

    Michele Lucchesi

    1. Non bisogna meravigliarsi di questi attacchi all’informazione e agli abusati, segnalo articolo su La Sicilia pubblicato a firma di un noto uomo di “cultura” che senza giri di parole condanna la vittima e non il carnefice

      1. nessun attacco all’informazione, non esageriamo. spero di avere chiarito nel mio commmento sotto.

  2. Inutilmente con diffamazioni e insinuazioni che sto valutando con attenzione, Lei tenta di trasformare i servizi giornalistici in attacchi alla Chiesa.
    Svelando i fatti di Acireale i giornalisti che se ne sono occupati e le vittime degli abusi sessuali dimostrano ogni giorno di difendere la Chiesa da rare mele marce coperte.
    E la Chiesa merita di essere difesa perchè rappresenta un bene per la collettività e ad Acireale è egregiamente rappresentata dal Vescovo Raspanti.

    Il mio dovere è quello di raccontare i fatti scrupolosamente verificati preservando sino a quando è possibile (come è avvenuto con i video), l’identità delle vittime e anche del carnefice.
    Mai parlato di amicizie di chicchessia all’interno del Clero, quanto alla verità sugli abusi sessuali è stato già il porporato oggetto delle registrazioni a spiegare dettagliatamente come sono andate le cose.
    Stia tranquillo che tutto il materiale è stato già acquisito dalle autorità competenti.

  3. Mi scusi, Condorelli, non capisco, diffamazioni per cosa? Io non ho insinuato nulla né ho criticato i suoi servizi giornalistici come attacchi alla Chiesa. Dove? Non mi attribuisca intenzioni o tentativi che non ho affatto, mi creda. Ho fatto delle domande. Se, ad ogni modo, per caso il mio commento di sopra non è stato chiaro o, peggio, è stato eccessivo sul piano verbale, provo a riformulare. Ciò che non mi è piaciuto è il lasciare sottintendere che nella registrazione di Teo vi siano frasi gravi di don Carlo sulla Chiesa, il Crocifisso, il Papa, (cosa possibile del resto) che costituirebbero una sorta di ulteriore passo decisivo in una vicenda già abominevole. Posso dire che non lo sarebbero comunque e che questo modo di presentare (in bella evidenza) quanto noi non conosciamo della registrazione rischia di sviare l’attenzione dal vero scandalo, gli abusi sessuali? Posso dire che ciò che conta sono i fatti? Se don Carlo, in quella che resta una conversazione privata, avesse espresso giudizi anche gravemente oltraggiosi, per ipotesi, su Nostro Signore, sul Papa, ecc. cosa aggiungerebbe? Ne risponderebbe alla sua coscienza. Altra cosa, naturalmente, sarebbero rivelazioni di reati. Il fatto, come giustamente lei ricorda (e non mi pare di averlo mai messo in dubbio, peraltro), è la sostanziale ammissione di responsabilità di don Carlo. Questo conta.
    L’amicizia tra don Carlo e mons. Romeo, che mons. Urso, come riportato su ‘S’, ha definito come protezione, è un aspetto della vicenda da registrare, ci mancherrebbe. Ma già nella conferenza stampa di Teo, tra i primi interrogativi posti c’era quello di un possibile coinvolgimento di mons. Romeo. Ora lei mi charisce che non si riferiva a quello nella sua frase di sopra. E il suo è, presumo, un generale interrogativo se vi siano protezioni di cui godrebbe don Carlo. Però, serenamente glielo chiedo, in un momento in cui Acireale è già molto scossa da quanto avvenuto, lanciare interrogativi di questo tipo, senza chiarire se si hanno in mano elementi concreti che potrebbero far pensare a reali protezioni, non è un po’ avventato? Altra cosa è, ad esempio, chiedersi come mai gli abusi, sebbene segnalati, non sono stati presi nella dovuta considerazione prima d’ora.
    Se si è arrabbiato per le parole ‘delatorio’ e ‘metodi mafiosi’, le chiedo scusa, ma da qui a definirle già diffamazioni, penso, ne corre.
    Su tutto il resto ha ragione, naturalmente, sia sul vostro lavoro di giornalisti sia sulla Chiesa sia su Raspanti.
    Con stima.

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